Franceschetti e Sorio verso la Terra dei Canguri. Inizia il Tour Down Under.

Franceschetti e Sorio

Foto di rito come di consueto dall’ aeroporto, è tutto pronto per partire, 130 e si volaPietro Franceschetti Daniele Sorio volano verso il Tour Down Under nella Terra dei Canguri. I due gigantisti senior appena fuori dai 150 al mondo, uno con 17 l’altro con 16 punti fis non mollano, e ripartono con entusiasmo e voglia di riscatto verso una nuova stagione agonistica, dopo un’ annata in chiaro scuro che è stata sicuramente al di sotto del loro vero valore. Prenderanno parte alle gare fis del circuito continentale oceanico, prima in Australia e poi in Nuova Zelanda.

La trasferta durerà una ventina di giorni, ed il rientro nello stivale è previsto verso il 5 settembre. Tre giorni di training nella località australiana di Thredbo dal 18 al 20 agosto per poi disputare la quattro giorni di gare, il programma prevede due giganti e due slalom valevoli per l’ Australian New Zealand Cup. Subito dopo è previsto il trasferimento a Queenstown in Nuova Zelanda, per un altro blocco di gare da 4 giorni. Altri due giganti e due slalom sempre del circuito continentale Coronet Peak, dal 28 al 31 agosto. 

Con loro il tecnico spezzino Guido Paci, rientrato a Campiglio qualche mese fa, che li aiuterà in questa trasferta che ha come obiettivo principale quello dei punti fis per riportarsi avanti nella standing mondiale, per provare a rientrare nuovamente nei 100 al mondo ritornando al giusto posto che spetta a quei due atleti, per risalire la china un’altra volta lottando ancora nella solita trafila.

Faranno base con loro per ottimizzare la logistica altri due guerrieri immortali rosso crociati, Daniele Sette Nicholas Iliano. Gli svizzeri non mollano, hanno ancora fame, atteggiamento. Fanno i muratori e i piastrellisti per pagarsi le trasferte. Ma ormai il sistema è così, soprattutto in Italia, dove vengono considerati “giovani” i ragazzini quindicenni, mentre vengono considerati dei vecchi coloro che a 25 anni hanno la mentalità giusta per fare veramente la vita.

Bisognerebbe avere il rispetto di non chiamare vecchio nemmeno i propri nonni di 80 anni, o i propri genitori di 60. Bisognerebbe riclassificare le fasce di età, e mettere in testa ad un’ opinione pubblica sempre più ignorante che gli anni giusti per fare l’atleta sono quelli dai 25 ai 30, dove viene raggiunta la vera maturità e dove lo si fa per se stessi e non perchè sforzati od obbligati da famiglia ed allenatori. Purtroppo però gli interessi politici ed economici sono ancora troppo grandi per fare ciò, e a 25 anni quando un uomo è nel pieno delle proprie forze fisiologiche viene malamente considerato finito.

Come tutti gli anni l’ Austalian New Zealand Cup dimostra essere un vero e proprio campo di battiglia. Fare risultato è davvero difficile e bisogna andare sempre a tutta, agganciati. Saranno presenti tutti quanti. Krystof Kryzl, i fratelli Zampa, gli austriaci Marcel Mathis, Daniel Meier, Magnus Walch ed il nostro amico Richi Leitgeb. Canadesi e Americani tutti. Questo circuito è ormai da diverse stagioni come la Coppa del Mondo. Anzi, forse peggio. Perchè gli atleti sono dei cani all’ultima spiagga, o dentro o fuori, o vita o morte. Fame, mentalità, atteggiamento. Ma soprattutto lo vogliono veramente, lo vogliono per se stessi.

E allora noi di Solowattaggio vi preghiamo di fare il finimondo. Fate saltare il banco, fatelo per chi volete, fateci sclerare in modo tale che ci chiudano il sito una volta per tutte. Ribaltate un sistema fallimentare sotto il punto di vista sportivo ma soprattutto agonistico, che taglia fuori chi quotidianamente sacrifica la propria vita per fare del professionismo puro, e non del dilettantismo. Ma questa è un’altra storia…

Forza.

 

 

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