Nessun tifoso, nessun salotto, nessun party, nessun attore, nessun pilota, nessun capo di stato. Dettagli superflui in tutte le altre tappe del Circo Bianco, punti saldi in questo posto magico dove lo sci ogni anno ritrova il rispetto che merita nella settimana in cui l’intensità viene portata a livelli incredibili. Non avremmo mai immaginato un’edizione come questa, non vogliamo più vedere punti bianchi all’arrivo. Tanta innovazione nonostante il Covid, con i nuovi led della Start Area capaci di creare l’atmosfera delle grandi occasioni e delle riprese aeree mozzafiato. Sebbene le premesse fossero quelle di una gara tranquilla vista l’assenza del grande pubblico, tutte le criticità ed i colpi di scena che ci ha fatto vivere la Streif nel corso dei decenni non si sono fatti attendere. L’americano Cochran nella traversa finale è protagonista di una spigolata che lo manda nelle reti con una decelerazione impressionante, mentre Kryenbuhel allo Zielsprung cade rovinosamente davanti ad un incredulo Beat Feuz. Cadute e meteo mettono da subito a rischio la regolarità della gara, che con tanta fatica e polemiche viene sospesa al numero trenta dopo continue interruzioni.
Lo svizzero Feuz dopo anni di tentativi fa un capolavoro, capitalizzando tutto il suo successo nella parte centrale grazie ad una morbidezza da discesista d’altri tempi. Ci pensa Mayer ad impensierirlo con un grande finale, ma il carinziano deve arrendersi per soli sedici centesimi. L’ultimo vero rivale per Feuz è Dominik Paris. Domme parte subito a tutta, saltando alla Cuche nella Mausefalle e attaccando con la sua naturalezza ogni centimetro per aumentare la velocità. Primo podio stagionale nella sua Kitz, che sia questione di ore per la quarta vittoria sulla Streif?
Andiamo al pagellone:
Beat Feuz: sembrava dovesse essere una maledizione, qualcosa di già visto nei suoi predecessori. Bastano tuttavia pochi secondi a capire quanto oggi fosse la volta buona. Un sigillo troppo importante per uno dei grandi protagonisti del nuovo millennio. Un talento ancor più forte dei gravi infortuni. Voto:10
Matthias Mayer: una garanzia più sicura di una fideiussione bancaria. Felpato, solido e capace di mostrare anche oggi i suoi colpi. Un cambio in volo sulla Steilhang che vale un Gams, in una serata dove non lo vedremo protagonista dei festeggiamenti dello scorso anno. Voto:9
Dominik Paris: questa mattina al Bar Swatt nessuno lo dava vincente, ma tutti d’accordo su un punto: Paris fuori dai tre non arriva. Un terzo posto che può dare la svolta alla stagione, soprattutto alle porte di un Mondiale in cui l’obiettivo minimo sono due ori. Voto:8
Johan Clarey: potrebbe scrivere un libro su come perdere Kitz in trenta secondi. Un film già visto nel corso degli anni. Oggi avrebbe voluto ingannare il fisico, ma ancora una volta la Streif gli ha chiuso le porte. Voto:7
Romed Baumann: e chi l’avrebbe detto? Una resurrezione per il tirolese, capace di far gelare il sangue ai grandi capi dello sci austriaco presenti al traguardo. Voto:7
Dominik Schwaiger: partito in condizioni proibitive, il bavarese fa qualcosa di miracoloso grazie ai suoi piedi da gigantista di razza. Orfana di Dressen, l’armata tedesca sembra avere anche altre carte per i Mondiali di Cortina. Voto:7
Italia: tre atleti al via nei primi trenta. Troppo poco, non ci si può sempre affidare a campioni come Paris e Innerhofer. Dieci anni di politiche disastrose stanno emergendo ora. Aver chiuso la porta a fenomeni come Plank, Patscheider, Giacomelli, Rungaldier e potremmo continuare fino all’arrivo del vaccino hanno creato un buco generazionale che ora va ingiustamente a pesare sulle spalle dei giovani. Fa ancor più male vedere sciatori “normali” di altre nazioni come Allegre e Bailet occupare la prima pagina della classifica. Voto:4