Esiste il ciclismo, e poi c’è la Parigi Roubaix. Il racconto del 2025

Roubaix, ancora tu per la nostra nona volta al Nord, un’ossessione per questa corsa come nessun’altra tale da spingerci ogni anno a salire ai tuoi piedi. Anche quest’anno presenti per seguirla dal Km zero. Non abbiamo una regola predefinita, alcuni anni ci parcheggiamo al Carrefour iniziando a grigliare quando il sole sorge, altre volte seguendola dal km zero. Il sentimento quest’anno ci ha spinti a seguirla dall’alba di Compiegne. La truppa in macchina vede Mino alla guida, il Lupo seduto davanti, io, Geeno e Marvi dietro per catturare tutti gli attimi possibili di giornata. Berry non c’è, ci ha fatto un piano dettagliato che seguiamo ogni volta in cui guardiamo la Roubaix a settori partendo dal via: partenza, primo settore di Troisvilles, veloci ad Arenberg, tratto in autostrada di Orchies e poi planare al Carrefour. È questo il protocollo, con la raccomandazione di andare sempre leggermente sopra i limiti di velocità, vietate le pause stupide in Autogrill ed essere svegli, la Roubaix non è la corsa del campanile dove vai per passare una domenica, ti finisce anche se la guardi a bordo strada. Alla partenza c’è tanto pubblico mentre i bus dei team iniziano ad arrivare. L’Astana ci saluta suonando il clacson, superiamo quello di Cofidis e FDJ. Il sindaco di Compiegnè sale sul palco e dice che Ganna è il suo favorito mentre inizia a piovigginare. La Lidl sembra molto agguerrita, Milan e Pedersen sono carichi, salutiamo il grande capo Luca Guercilena che si complimenta con noi per il lavoro fatto in questi anni; è un onore.

“Luca Guercilena, la grande mente di Lidl Trek”

“La padella di Pedersen, monocorona per tutta la Lidl Trek”

Il Bus della UAE è assalito dai tifosi, scoviamo Manuel Senni che da quest’anno è meccanico degli emiratini e ci spiega che Pogi monta pneumatici da 32. Nel frattempo, Fabio Baldato parla con Alex Carera del programma logistico dopo la corsa, forse scaramanticamente non lo dicono, ma in una squadra così i dirigenti devono avere un piano diverso in caso di vittoria, perché la permanenza a Roubaix si prolungherebbe facendo saltare il volo di ritorno.

“Manuel Senni alla partenza, sarà una grande giornata”

Il piano dettagliato di Berry salta già dopo la partenza, con il Lupo in preda all’ansia del caffè e Geeno che impiega 20 minuti a comprare una cassa d’acqua in un Lidl in mezzo alle pianure francesi. Nel frattempo le strade iniziano ad essere chiuse, dobbiamo prendere percorsi esterni e allungare i km, così perso il settore di Troisvilles dobbiamo andare diretti alla Foresta.

” il piano scritto dal Presidente la sera prima, saltato dopo 30′ di una corsa con dislivello negativo e lunga quasi sei ore. La Roubaix è così, punisce i ritardati”

” La foresta, bella e impossibile. Ogni anno decide lei chi non vincerà la Roubaix”

Al nostro arrivo c’è una bolgia, dobbiamo parcheggiare due Km prima in modo da non rimanere imbottigliati nel traffico non appena transitati i primi corridori. C’è tanta tensione nell’aria, i meccanici sanno che tanto può dipendere dal loro lavoro, la Gendarmerie controlla ogni metro di transenne per paura possa succedere qualcosa. Gli elicotteri arrivano, le moto, il passaggio delle ammiraglie si intensifica. Passano VDP, Pogi, Van Aert. Ganna è leggermente staccato ma c’è. Politt passa a piedi, ha la ruota a terra mentre parla al microfono. Escono dalla Foresta come aerei, non rallentano un secondo, rilanciano la bici, non c’è tempo da perdere. Qualcosa di folle! Esce Affini tra le ammiraglie che fanno la curva dell’uscita con l’acceleratore a tavoletta. Trovo Maurizio Da Rin della UAE che fa slalom tra gli spartitraffico per uscire da Arenberg. Sta guardando la gara sulla plancia dell’ammiraglia e ci diamo appuntamento a Orchies.

Per vedere il settore di Orchies ogni volta accostiamo la macchina nella corsia d’emergenza, scavalchiamo il guard rail e i corridori passano a pochi metri. Non appena arriviamo troviamo due moto parcheggiate, hanno fatto come noi. Scendo la scarpata per aspettare i corridori ma il Lupo apre la portiera e mi dice di risalire. Mino si è cagato addosso, ha paura della multa che ogni volta ci arriva a casa quando ci fermiamo in questo tratto. Fa parte del protocollo, la Gendarmerie non fa sconti nemmeno per la Roubaix. Mino però ha paura di essere arrestato, perciò si va al Carrefour. Salgo in macchina incredulo, il Presidente nel frattempo ci sta già scrivendo che è la spedizione a Roubaix più ridicola della nostra stroia.

” La nostra macchina in corsia d’emergenza ad Orchies. Sotto si vede il pavè ma anche questo settore lo guarderemo il TV”

Al Carrefour c’è il delirio. La Taverna de l’Arbre sta facendo come sempre il fatturato dell’anno. I tifosi hanno un tasso alcolemico in corpo da non ragionare più. Ci sono donne fiamminghe che allattano i loro figli a bordo strada.

“scendere dal Belgio per allattare il proprio figlio al Carrefour. C’est la grande Folie”

“Il tasso alcolemico alle quattro del pomeriggio è talmente elevato che la corsa verrà rivista in TV nei prossimi giorni”

Questa corsa è folle, sa unire il pubblico e dividere le tifoserie come da nessun’altra parte. Arrivano gli elicotteri, nel frattempo il telefono non funziona più, c’è troppa gente collegata e non sappiamo nulla di come stia andando la corsa. VDP appare ai nostri occhi come una divinità mandata dai cieli. I suoi copriscarpe sono bianchi come se fosse salito in bici qualche minuto prima, il body intonso, la bici bianca come una tunica papale. Pogi è molto staccato, poi arrivano Van Aert e Pedersen. Ganna è nel gruppo con Nizzolo, il livello è altissimo.

” Pogi anche quest’anno ha fatto parlare più di tutti. Perché tutti quei cambi di bicicletta?”

Solitamente mentre il primo arriva a Roubaix, gli ultimi transitano al Carrefour. Non quest’anno, mentre VDP entra nel velodromo tutti sono già passati. Il pubblico è totalmente concentrato sul maxischermo. È tripudio mentre VDP entra nel velodromo, ogni volta è lo stesso brivido lungo la schiena come se fosse la prima volta. Un’occhiata a Roxanne, il suono della campana. Tre Roubaix consecutive come lo sceriffo Moser. Nel frattempo entra anche Pogi. Tantissima gente aspetta il suo Dio: Wout van Aert. Al maxischermo allestito da Oakley c’è più interesse per la volata del terzo posto rispetto all’entrata di VDP. Wout riesce a perdere anche questo sprint, incredibile.

“Marvi è incredula, dice di non aver mai visto nulla di simile in vita sua”

La Roubaix è qualcosa di totalmente diverso da tutte le altre corse. La Roubaix è lotta per la sopravvivenza, non ci sono corridori che passano con il sorriso in faccia come altrove. È il loro dolore che li avvicina così al pubblico, i segni della fatica impressi nei volti sono benzina che ci tiene vivi fino alla prossima edizione. È così dal 2015, anno in cui abbiamo iniziato a venire all’Inferno del Nord. Che giornata, come ogni anno dopo l’adrenalina di quel secondo di Carrefour, scende la malinconia quando camminiamo sui campi facendo slalom tra gazebi, lattine di Jupiler e il fumo delle griglie. Un’altra Roubaix in archivio, la nostra nona volta, con sempre la solita domanda: tra quanto è la prossima?

One Response

  1. Katia says:

    Adottatemi, voglio venire alla Rubaix con voi. Porto il “pastin” da grigliare. Se volete guido, ho tutte le patenti e non temo I gendarmi!!

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