Agosto è un mese cruciale per gli sciatori, è un po’ lo spartiacque in cui si esce definitivamente con la testa dalla stagione precedente e ci si prepara ad un nuovo anno. Da agosto in poi cambiano perfino le correzioni degli allenatori, non si ragiona più sugli errori dell’anno passato, si punta alla performance in vista del nuovo anno. Da agosto nella mente degli atleti scatta qualcosa, se nei mesi precedenti si scia senza badare troppo al cronometro, ora non si gioca più, l’autunno si avvicina e le ultime grigliate estive rappresentano la fine dei giochi, ogni decimo diventa importante e al tempo stesso difficile da colmare.
Spesso però accade che in questo mese si parli tanto e si faccia poco Skiporn, o meglio, quelli che non sciano colgono l’occasione per puntare il dito contro chi vuole almeno provare a costruire qualcosa, ribadendo l’eccessiva esasperazione delle attività soprattutto nelle categorie giovanili. Queste persone, lontano dalle piste da sci spesso ne approfittano per riciclarsi preparatori atletici, il più delle volte senza aver fatto gli atleti in gioventù e dunque senza un’idea di che cosa sia meglio o peggio per uno sciatore; se vedono Kilde su Instagram sollevare 300Kg alzano ghisa, se qualche secondo dopo notano Feller lanciarsi con le liane nei laghetti copiano l’austriaco. Per atleti non intendo chi vince le Olimpiadi, mi riferisco a coloro i quali nella loro vita al mattino si sono alzati dal letto con l’obbiettivo di allenarsi per battere un rivale, vincere un trofeo, non per migliorare il proprio massimale di bicipiti in palestra. Atleti che hanno fatto sport per diventare qualcuno, non per benefici in termini di salute.
Lo sci giovanile in questi ultimi anni ha visto numerosi club dare una svolta, chi in senso agonistico, chi turistico, pur svolgendo formalmente la stessa attività. Chiaramente, la forbice tra Club giganti e minori si è allargata ancor di più, con questi ultimi subito pronti ad incolpare i primi, rei di svolgere un’attività troppo esasperata per l’età dei propri ragazzi,o i genitori che non dobbiamo dimenticare quanto siano i reali finanziatori dei ragazzi che praticano questo sport.
Ma fermiamoci un attimo, che cosa è l’esasperazione nello sci ?
E’ esasperazione svolgere 40 giorni di ghiacciaio già dalle categorie inferiori? Non credo. Molto spesso quelle persone che parlano d’esasperazione, sono le prime a rimanere affascinate agli occhi di sportivi protagonisti di vite massacranti già in tenera età come nuotatori, tennisti o pattinatrici; davanti a queste, la prima domanda è: “ ma quanti allenamenti facevi da piccolo? A che ora ti alzavi al mattino? ” Finendo per stimare enormemente questi atleti non per i risultati raccolti, quanto per lo stile di vita tenuto in giovane età. Queste persone quando vedono in Tv Mikaela Shiffrin affermano: “ è stata allevata in laboratorio, non sbaglia mai, è un computer”, per poi uscire dal bar e disapprovare i troppi giorni di sci del Club nel tracciato a fianco che prova ad imitare ciò che ha fatto l’americana.
Bisogna solo decidere da che parte stare, il mondo dello sci è colmo di Club che fanno turismo. A volte non servirebbe nemmeno il cronometro, sarebbe sufficiente osservare i Children camminare con gli sci in spalla al mattino, o guardare i loro comportamenti durante la ricognizione per stilare la classifica.
Svegliarsi alle cinque per andare in coda sui ghiacciai non è esasperazione, è dedizione ad un obbiettivo da raggiungere. Sciare tantissimo, nonostante il calendario presenti solamente una decina di gare tra gennaio e marzo non è esasperazione, è prepararsi ad un futuro chiamato categoria giovani-senior , dove se non si arriva pronti si impiegano tre anni a riportarsi sulle code dei primi, se va tutto bene, ed al quarto si è ormai considerati vecchi per le gerarchie federali.
Cari millenials, andare in coda alle cinque del mattino quando i vostri coetanei vi mandano la foto su Instagram in contemporanea mentre escono da una discoteca, non è esasperazione, è distinguersi da loro, essere unici. Fare tutto ciò vi farà acquisire per sempre lo status di Sciatori Agonisti. Questa unicità vi permetterà di portarvi per tutta la vita le stigmate dello sciatore, la società vi riconoscerà per sempre come sciatori. Infine, ricordatevi di quei vostri coetanei che ora ridono di voi e vanno a letto alle quattro del mattino dopo aver cercato i Pokemon per tutta la giornata, quelli che si svegliano a mezzogiorno. Tra pochi anni faranno ciò che avete fatto voi durante l’adolescenza, prenderanno la funivia alle cinque del mattino rimpiangendo per sempre di non avervi emulato, rimanendo per tutta la vita turisti della domenica, non sciatori come voi .
Lo Sport agonistico non fa bene alla salute, ti segna per sempre nel fisico e nella mentalità, è il turismo che fa bene alla salute o l’ora di educazione fisica a scuola. Alle Olimpiadi ci vanno in quattro, la medaglia d’oro la vince uno solo, ma quella medaglia sarà anche un po’ vostra, di voi agonisti, perché è per battervi che quell’atleta arrivato all’apice ci ha messo qualcosa in più.
Quindi cari millenials, lucidate la lamina, il gancio dello scarpone, mettete il silicone sul casco e spaccate la gamba impreziosendo ogni secondo delle vostre giornate. Non per forza diventerete Campioni, ma il vostro Status di Sciatori Agonisti non ve lo toglierà mai nessuno.
Esasperazione nel mondo giovanile? Non scherziamo, ce n’é troppo poca