Coltivare la propria forza mentale

Tour of Oman 2016 Nibali

Nello sport la preparazione mentale è una cosa seria. Spesso poco considerata, se non addirittura relegata tra gli elementi di cui si può fare a meno, si traduce frequentemente in quell’aspetto in grado di fare la differenza. A parità di allenamento, di qualità tecnica e preparazione atletica ciò che distingue un atleta nella media dal “campione” non è tanto il talento, quanto la capacità mentale di gestire la pressione e competere al massimo delle proprie possibilità anche in condizioni di difficoltà. Il talento, a cui di norma viene attribuito il merito di successi e vittorie, da solo non è in alcun modo in grado di scrivere la storia dei grandi atleti. Quando mai un grande atleta durante un’intervista esalta e ringrazia il proprio talento? Semmai sottolinea l’impegno e la fatica dedicati all’allenamento.

Se un talento non viene allenato, serve a ben poco. Di certo una buona struttura fisica e delle fibre muscolari resistenti fanno comodo, eccome. Ma non illudiamoci che i doni di madre natura si traducano magicamente in medaglie d’oro! L’allenamento fisico è fondamentale, la cura minuziosa del gesto tecnico è imprescindibile. Guai però a dimenticarsi di allenare la mente. Sì perché la buona notizia è che la mente è qualcosa che si può e si deve allenare, affinché diventi più forte, motivata e focalizzata. La forza mentale non consiste nello stringere i denti, nel provare con forza a fare qualcosa, nel pensare di più, nello stringere con forza i pugni per concentrarsi o nell’avere qualcuno che ti urla “Resisti!”. La forza mentale consiste nella capacità di rimanere positivi e proattivi anche nelle circostanze più difficili. Prendiamo ad esempio l’imprevisto. Le situazioni di gara, in qualsiasi sport, sono costellate da imprevisti. Il clima, l’attrezzatura, i ritardi nella partenza…sono tutti aspetti che potenzialmente possono destabilizzare l’atleta, in quanto interrompono la routine, distraggono e distolgono la concentrazione.

Non tutti gli atleti però percepiscono l’imprevisto come un elemento in grado di compromettere certamente e irrimediabilmente la performance. Gli atleti che hanno lavorato per allenare la propria mente, guarderanno all’imprevisto come a un elemento ineliminabile, come qualcosa che se non ci fosse sarebbe meglio ma che, tuttavia, non è controllabile. L’imprevisto fa parte del gioco e l’atleta mentalmente più forte è in grado accettarlo per quello che è, evitando di innervosirsi e di spendere energie inutili in pensieri del tipo “se questo non fosse accaduto…”. Semplicemente, lo lascia andare. L’imprevisto e il disagio che ha portato con sè, come sono arrivati se ne andranno. Non adottare questa prospettiva conduce l’atleta a compromettere fin dal principio la propria prestazione, ad arrivare “scarico” al via della gara e a non impegnarsi nemmeno nella lotta per la vittoria “perchè tanto l’imprevisto ha compromesso tutto”. Adottare e allenare un approccio mentale alla competizione positivo e responsabile è un potente strumento nelle mani dell’atleta.

@valentinapenati

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