Spavalderia, pragmatismo, emozione. Tre parole che possono descrivere la giornata di Lucas Braathen. Ce lo aspettavamo e ce lo auspicavamo. Fin da quando lo abbiamo conosciuto alle prime apparizioni, si parla del dicembre 2018, è subito sbocciato l’amore verso il norvegese brasiliano classe 2000, capace di emozionarci grazie alle sue prestazioni sia in pista che fuori, con quegli atteggiamenti spavaldi e quel carisma che non si possono costruire con l’allenamento, bisogna averli dentro di sé.

Una spavalderia che all’età di vent’anni, nonostante si possa avere il talento più grande del pianeta, che può facilmente trasformarsi in eccesso di sicurezza e portare a commettere errori di inesperienza. Una spavalderia che invece nel caso di Pinheiro si trasforma in concretezza nei momenti in cui realmente conta. Un focus simile nei momenti che realmente contano non è normale per un ragazzo di 20 anni, capace l’anno scorso di piazzarsi quarto a kitz in slalom e sesto proprio sul Rettenbach con il pettorale 40. Una concretezza che gli ha permesso anche oggi, nonostante un errore che avrebbe mandato in bornout cerebrale chiunque altro di mantenere freddezza nel momento più cruciale delle sue due manche, grazie ad un mix di lucidità fisica e mentale degne del solo Marcel Hirscher.

E’ giusto chiamare in causa un paragone così altisonante per un ragazzo alla prima vittoria in Coppa del Mondo? L’età della prima vittoria nel massimo circuito è quella, è pare anche il pragmatismo, per i motivi appena descritti. E’ ancora presto chiaramente per capire come si evolverà la carriera del norvegese dal sangue brasileiro, l’unica certezza è che la sua vittoria di oggi riporta finalmente una ventata d’aria buona al nostro sport, finalmente torna sul gradino più alto del podio un personaggio giovane e di carisma che può dare la giusta mano per un rilancio in termini di visibilità al nostro mondo. Ovviamente senza nulla togliere a mostri sacri come Kristoffersen, Pinturault e Kilde, ma dopo questa prima battuta pare che solo il carattere di Pinheiro possa darci quell’emozione in più che esula dall’aspetto tecnico.

Dicevamo: spavalderia, pragmatismo ed emozione. Sì, emozione. Perché dopo che il suo connazionale Kristoffersen ha tagliato il traguardo, evento che gli ha dato la certezza del primo podio della carriera, invece di esibirsi in stacchetti strani come ci si poteva aspettare da uno come lui, si è limitato a mettersi le mani sul volto e ha mostrare gli occhi lucidi, seguiti da un abbraccio toccante con il compagno Leif Haugen. Oggi ci ha fatto impazzire anche per questo, dopo un’azione sul muro del Rettenbach al limite del disumano, un’atteggiamento invece così umano dopo questo primo traguardo ci ha dato la visione completa del personaggio.

Grazie delle emozioni Lucas, il nostro mondo ne aveva bisogno.

 

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