Venerdì sera scorso la Scuola Italiana Sci e Snowboard Folgarida Dimaro ha organizzato sulla pista Nera di Folgarida la quarta edizione del Parallelo dei Campioni, divenuto ormai assieme al Trofeo La Contea, un appuntamento di rito. Dopo l’impeccabile salatura di Bolbeno in molti si aspettavano di trovare il verglass anche a Folgarida, ma così non è stato; per colpa delle forti nevicate delle settimane passate e per la mancata barratura della pista a causa dell’assenza ingiustificata del Briga, ci si è trovati a sciare sulla classica neve mediterranea che contraddistingue ormai da anni il sempre più inutile circuito italiano.
Nonostante ciò l’organizzazione è stata impeccabile intrattenendo il pubblico nel dopo gara con fiaccolata e fuochi d’artificio finali. Unica nota negativa della serata il forfait dato all’ultimo minuto di vip come Luca De Aliprandini, Giordano Ronci e Paolo Pangrazzi. Dopo la vittoria di Bolbeno, bissa il poliziotto Pietro Franceschetti vincendo la finale su Davide Marchetti, terzo posto per l’organizzatore dell’evento Matteo Taller che nega la gioia del podio ad un ritrovato Filippo Romano. Ma andiamo al pagellone:
Pietro Franceschetti: il #Maialone è sempre più ingordo! Dopo la vittoria di Bolbeno arriva a Folgarida da favorito e una volta visto il generoso cesto di leccornie destinato al podio entra in modalità cinghiale. Scarica sui suoi Voelkl tutti i watt immagazzinati durante le costanti sedute alla D11 nel M2A Training Center e nelle buche formatesi tra gli angoli di un tracciato degno di Ante Kostelic impone la sua monarchia. 2oo punti nello zaino, snapback Solowattaggio in testa e vittoria del circuito dei Paralleli 2016. Tranquillo nel festeggiare la vittoria a suon di gintonic in quanto come mezzo di locomozione ha a disposizione solamente i propri piedi. BLA BLA CAR
Davide Marchetti: intimorisce gli avversari ancora alla vigilia, ostentando sicurezza sotto al castello sui social network. Il difensore del titolo 2015 non lascia nulla al caso presentandosi con vari materiali da provare nelle scampagnate dei primi due turni. Il cammino verso la finale è trionfante, non perde neanche una manche, ma il dnf nella prima frazione del derby della Busa contro Frencio gli costa la vittoria. DIMOSTVATOVE
Matteo Taller: il padrone di casa prepara l’evento a suon di virate sulla Spolverino e di merende sospette organizzate dal compare Kenzo, le quali saranno causa di un controllo antidoping effettuatogli dopo la cerimonia di premiazione. Appoggio del bastone, compostezza d’altri tempi e continuità disarmante lo collocano al terzo posto dandogli fiducia in vista di Livigno. Invia per mail in Via Piranesi taglia di giacca e pantalone Robe di Kappa, che sono già stati messi da parte con sopra il suo nome. PAN Y AGUA
Filippo Romano: è lui la vera sorpresa della serata! Romno conferma la forma smagliante dimostrata a Bolbeno e si spinge oltre i suoi limiti arrivando fino al quarto posto. Perde la finalina a testa alta contro l’organizzatore dell’ evento Teo, ma la condizione in vista Master sta aumentando esponenzialmente. Si presenta all’ Official Party post gara by Des Alpes Mood Club con camicia aperta e capello raccolto, e dopo aver redistribuito l’ utile della Scuola Sci Canazei tra i presenti finisce a dormire con il fratello Francesco sul pavimento piastrellato di casa Bonapace. BENESSERE DEI SOCI
Timothy Bonapace: non appena arrivato in pista inizia già a strofinarsi le mani osservando gli angoli della tracciatura, i quali gli fanno addirittura affermare: “oggi si fa a modo mio”. Sul liscio dei primi due turni fa ricredere tutti coloro che pensano ancora che la fase di sci piatto tra una curva e l’ altra in alleggerimento non esista più. La mancata barratura della pista però ferma i lavori della sua impresa edile; si vede così eliminato ancora da “Er Salamella” Franceschetti. DRIFT KING
Matteo Battocchi: gli intensi e ripetuti allenamenti all’ Ursus SnowPark lo trasformano da macchina da guerra a comune mortale. Passerà agli annali per il suo gesto di grande fairplay in quanto va a raccogliere il puzzle di quello che resta dopo la caduta di Seba Sartori. Si guadagna così l’ovazione della platea presente acclamata a gran voce dallo speaker. BUON SAMARITANO
Sebastiano Finazzer: che forza il “toscano” di Canazei! Dopo due anni di inattività totale strappa insieme agli altri due ’93 un quinto posto che vale una carriera intera. Punte sempre in pendenza, curva in mezzo metro e direzionate aeree, che solo un grande tecnico come Papà Alessandro può permettersi di insegnare ancora, lo riportano indietro nel passato senza farsi ovviamente mancare gli sci dimenticati a casa e il telefono perso durante la serata. I suoi gomiti aperti alla Ben Spies portano tutti i teli al traguardo, regalando emozioni che possono capire solo coloro che hanno vissuto quell’ epoca. IL SOLITO, GRAZIE
Andrea Chiesa: il “delega” di Cogolo sembra trovarsi a suo agio sulle nevi Solandre dov è cresciuto, ma proprio quando sente il profumo di semifinale una sua classica svizzerata, questa volta forse troppo accentuata, lo porta ad abbracciare un palo mettendolo al parterre con birra e salamella. Non è da lui però esentarsi dai party post gara, sarebbe stata la classica goccia di troppo… EL FAR AWAY
Andrea Rovisi: ricompare sui social dopo molto tempo postando una foto sul monosci e approda a Folgarida con la classica palla di piombo legata al piede, la quale pesa talmente tanto da ancorarlo al terreno ad ogni tentativo di lancio dei piedi. GALEOTTO
Enrico Bonapace: maschera Oakley, capello selvaggio, e fisico da fondista fanno si che al parterre venga scambiato per Henrik Kristoffersen. Dopo una settimana di spazzaneve, pizza e aeroplanini si sfoga servendo la classica spaghettata al pomodoro al redivivo Omar. Il solito Romano lo riporta coi piedi per terra. ENRICO CRISTOFORO
Omar Longhi: il Guerriero sponsorizzato Ravensburger inizia a sentire le primavere sulla schiena che assieme alle energie sottrattegli dal figlio e dalla consorte lo consegnano all’evento completamente a secco. Speriamo che ricarichi le batterie in fretta mangiando qualche omogenizzato di Filippo. PLASMON
Andrea Ballerin: passa il primo turno ad honorem e si gode i sedicesimi assieme agli alpini al bancone del brulè. Due errori consecutivi ai blocchi di partenza mettono il contender number one al cesto di leccornie subito fuori dai giochi. CASPER
Francesco Rolfi: si presenta con materiali raggio 35 convinto che il parallelo fosse organizzato in stile Alta Badia e durante la ricognizione, quando gli altri toglievano filo a causa dell’ aggressività della neve, rilascia la seguente botta di ottimismo: “mi sembra di sciare sul sapone”. Direttamente dal Testo Tecnico Italiano, capitolo Freeride, dimostra la curva di sicurezza: interno, distensione con doppio appoggio, apertura della coda a monte, passetto, pala artva e sonda…sicurezza prima di tutto! INGUARIBILE INGENUO
Marco Maffei: primo test dopo l’infortunio alla schiena per il Superiore che sopra ad i suoi XT sembra una mummia. Consapevole di essere fuori dai giochi affina la sua tecnica concedendosi qualche appoggio del bastone. Nel dopo gara il conto pagato al Piano54 gli da la mazzata finale. TUTANKAMON
Andrea Battaiola: direttamente dal PoliMi fresco fresco di laurea triennale Ing. Battaiola sembra essere tornato quello sciatore che domava la Paradiso di Passo Rolle nell’ inverno 2010. Le sette ore canoniche di lezione al giorno rimembrano i fondamentali all’ albergatore di Folgarida, e Batta dimostra un’ altra volta che avrebbe avuto ancora molto da dare in questo sport. TALENTO INCOMPRESO
Sebastiano Sartori: si presenta ai partecipanti non conosciuti come colui che fa solo spazzaneve dal 1980 mettendo giustamente le mani avanti. Fa subito le scarpe alla mummia Maffo ma la mietitrebbia Battocchi finisce il lavoro che aveva iniziato a Bolbeno. Sebi poi continuerà ad alimentare sui social il grande gesto di buonismo facendo la classica “morale”. CASO DI STATO
Enrico Povinelli: divenuto papà ormai da qualche mese Povi viene scortato al parterre da Mamma Mari e dalla figlia Chanel. Forse anche per lui, come per Papà Omar, è finito il famoso “tempo delle mele”…ormai anima e corpo per la sua famiglia. RICHARD SANDERSON
Gabriele Soliani Pini: direttamente da Parma Soliola si presenta con la tutina dell’ US Ski Team che lo rese celebre sul Canalone Miramonti nei primi anni 2000. Rimasto alle tracciature dirette dei suo tempi patisce i tornanti tracciati sul muro e si dirotta all’ Eta Beta anzitempo. PIADINA E BIRRETTA
@kingtimo_ in collaborazione speciale con @markmaff