Ci aspettavamo la classica Beaver Creek, fatta di pianure e poi una guerra con la forza centrifuga fino al traguardo tra salti e curve impressionanti. Il tempo tuttavia ci ha dato un’altra gara, con la partenza abbassata e soprattutto una pista che non ha permesso di vedere una gara regolare complice la nevicata ed una visibilità continuamente diversa . Una gara con poche emozioni tolto il curvone in iniziale in cui abbiamo visto i watt moltiplicarsi e le differenze tra chi corre per vincere e chi per piazzarsi. Andiamo al pagellone:
Beat Feuz: certi fenomeni come lui andrebbero studiati in laboratorio. Nella parte alta fa il compitino, mentre sotto è impeccabile nei curvoni che piacciono a lui. Morbido e terribilmente fluido, le farine stanno entrando in circolo. Voto:10
Mauro Caviezel: sembravano ormai fatti i conti al traguardo dopo la caduta di Dressen. Nessuno pensava che si potesse ancora fare il tempo. Altro risultato pesante, altra prova di maturità per il re dell’Engadina. Voto:9
Aksel Svindal: non sbaglia un colpo, un’intensità inesauribile. Voto:8
Adrien Theaux: che legame con questa pista! Quando bisogna metterlo di taglio risponde sempre presente. Voto:7
Emanuele Buzzi: dopo una grande partenza sembrava potesse arrivare il colpaccio. Perde intensità nel finale ma è sempre lì. Voto:7
Christian Walder: in casa Austria si continua a sfornare fenomeni. Voto:8
Vincent Kriechmair: nessuno ha la padronanza dei materiali come l’austriaco. Appoggi ancorati a terra ed una decisione alla Hermann Maier. Va a sbattere contro un palo nella prima parte e i suoi sogni di gloria svaniscono lì. Voto:6
Dominik Paris: un bel Paris, altra persona rispetto al superg di Lake Louise. Voto:6
Matteo Marsaglia: ci voleva. Domani saremo tutti davanti alla TV per lui. Voto:6
Matthias Mayer: ma dove è finito il Mothl che pennellava ovunque? Per fortuna ora si torna in Europa, SOS Mayer. Voto:5