Anche Andrea Ravelli purtroppo dice addio al mondo delle gare. Una decisione difficile per “Rayan”, “Ravellone”, “il Drago”, “l’Animale” da Boario. Chiunque abbia gareggiato insieme a lui vi parlerà bene di questo ragazzo bresciano: un tipo sempre divertente e pronto ad intrattenere tutti a tavola e allo stesso tempo preciso e concentrato quando si parlava di allenamenti e gare. Rayan detiene un record che forse pochi sanno: è il più giovane sciatore ad essere entrato in squadra nazionale, esattamente a 16 anni dopo una sola stagione nella categoria aspiranti. Un talento incredibile, già “quadrato” e maturo nonostante l’età. Al primo anno in azzurro fu mandato ad allenarsi in Argentina insieme a gente come Paris, Casse, De Aliprandini e Borsotti e nella stessa stagione venne lanciato come apripista nelle discese di Coppa del Mondo di Gardena e Bormio.
I suoi anni in nazionale sono stati molto positivi, bisogna ricordarlo: tantissimi campionati italiani vinti, un’infinità di podi, una grande stagione in Coppa Europa nel 2012 e molte rimonte pazzesche come nel gigante assoluto di La Thuile nel 2011. Ma anche alcune occasioni sprecate soprattutto ai mondiali junior di Crans Montana e Roccaraso, dove avrebbe potuto raccogliere una medaglia che avrebbe ripagato il duro lavoro e i sacrifici fatti fin da bambino. Risultati a parte una cosa era evidente: Ravelli è stato il nostro velocista più forte a livello giovanile per molto tempo, senza se e senza ma.
E poi sono arrivati gli infortuni, tanti a dir la verità, e più di una volta si è presentato al cancelletto di partenza acciaccato, disfatto, ma da vero animale ha sempre trovato il modo di continuare e stringere i denti. Ha sempre dimostrato di valere la casacca azzurra e i valori in campo erano evidenti a tutti, ma qualcuno la pensava diversamente e visto che “in quattro anni di squadra nazionale non ha combinato niente di buono” è stato lasciato a casa, anche perché troppo vecchio, a 21 anni.
Poi le ultime stagioni da senior insieme al gruppo Fiamme Gialle caratterizzato da alti e bassi, con qualche sprazzo di classe come nella discesa di Coppa Italia a Sella Nevea nel 2015. In quel giorno fece sognare tutti con una frase rivolta ad alcuni giovani dubbiosi sulla sua vittoria: “Quando io vincevo in discesa questi non sapevano neanche da che parte erano girati”. Una sentenza che è stata già scritta nei libri di storia.
La sua carriera da atleta si è appena conclusa, ma Rayan ha già le idee chiare e infatti, oltre ad essere già massoterapista, sta affrontando una dura sessione di esami universitari di Scienze Motorie a Milano. Ah, state tranquilli, continuerà ad effettuare le classiche sedute in palestra con l’amico di sempre Nicola Cotti Cottini.
Non ha mai usato scuse, non ha mai mancato di rispetto ad un avversario. Grazie per le emozioni che ci hai regalato Drago, in bocca al lupo per il tuo futuro.
@carloberry
2 Responses
solita macelleria iDaGliana… la nostra federazione e’ lo specchio del paese
Ravelli è stato sicuramente trascurato, visto il potenziale gli andava dato il tempo giusto per riprendersi dall’infortunio. Così facendo ci ha rimesso prima di tutto l’atleta, in secondo luogo anche la federazione, avendo inutilmente investito su di lui per tre anni senza finalizzare l’investimento