Andare forte andando piano, il nostro viaggio nell’aerodinamica amatoriale. Prima di spiegarvi cos’è veramente questa cosa però dobbiamo fare alcune premesse. Se siete dei preparatori, se siete atleti professionisti, team manager, professori del ciclismo o persone che masticano ciclismo totale fermatevi e uscite da questa pagina. Questo esperimento non è dedicato a voi. Non è nemmeno dedicato a chi vince le “gare” amatoriali, a chi fa KOM da mattina a sera, a chi dice in maniera compulsiva “tanto contano le gambe”. Ecco, non è decisamente dedicato a voi questo progetto. “Andare forte andando piano” è un progetto che può ispirare voi vitelli, voi che avete 3 w/kg in soglia, voi che non la muovete, voi che avete più Kcal in corpo che chilometri su Strava, per voi nerd delle due ruote che andate fuori di testa fra grafici, dati incomprensibili, pressioni, guadagni marginali di 1 o 2 watt. Fatto da noi piantati, per voi piantati. Prendeteci per mano e venite con noi nel magico mondo dell’aerodinamica. Perché no, non contano solo le gambe.
Dopo quasi quattro anni di assenza torna la rubrica degli esperimenti Trash. L’ultimo (e primo fino ad ora) era questo qui: Dal Padellone alla 10km in 10 giorni.
La rubrica “Esperimento trash” non vuole spiegare nulla se non entrare in profondità nelle credenze del mondo amatoriale, nelle possibilità infinite che ci offre lo sport e le competizioni, nell’avanguardia nascosta in ogni piccolo dettaglio che anche noi amatori possiamo migliorare. Questa volta non si corre a piedi, questa volta si va veloci.
Questa volta punteremo alla cronometro amatoriale di Varese del 1 Ottobre preparandola in 55 giorni.
Ispirati da Remco, Ganna, Oliver “Il Pazzo” Knudsen e la nuova generazione di ciclisti danesi. Spinti da un amore indefinito verso il bodismo, spinti dalla ricerca della massimizzazione della performance al di fuori del miglioramento fisico. L’aerodinamica, il presente, il futuro, l’arte dell’essere veloci. Amica di coloro che non possono permettersi 5 w/kg, amica di coloro che amano sentire l’aria a 45 orari (per chi sa spingere anche 50 o più ovviamente). Non discuteremo di come andare più forte ma entreremo in questo mondo che forse non ci darà risposte definitive, perché come dice Campenaerts “l’aerodinamica non è mai logica, deve essere sempre testata”.
Ora procediamo con una panoramica di questo esperimento che si evolverà in puntate podcast, video, racconti su instagram e tanto altro.
MOTIVAZIONE: anni di discesa libera con velocità variabili dai 100 ai 130 km/h. Ore ed ore ad analizzare curve, linee, salti, piste e tecniche su come sciare.
E non siamo mai entrati in una galleria del vento. Mai. Guardando al passato non posso credere che fossimo così chiusi, così anti performance. Tornassi indietro prenoterei giornate intere al Politecnico di Milano, a provare caschi, tute, posizioni della testa, delle mani, altezze del bacino e molto altro. “Ma poi conta tirare le curve” si diceva sempre. Si è vero, poi quando ti mancano 5, 10, 20 o 30 centesimi o più per vincere una gara non sai dove sbattere la testa. Potevamo sbatterla in una galleria del vento magari. Forse non ci avrebbe garantito un accesso alle Olimpiadi ma ci avrebbe sicuramente aperto la mente. Nel ciclismo amatoriale durante le gare in circuito ho sempre pensato che le scie e una posizione bassa fossero utili a fare meno fatica, forse è sempre stata una cosa istintiva venendo da un sport ad alte velocità. Ma poi arrivò Remco che verso la fine del 2018 ci fece girare le leve del manubrio verso l’interno. E lo fece per una semplice questione: appoggiare gli avambracci per essere più aero. Da quel giorno non sono più riuscito ad avere sonni tranquilli, da quel giorno non smetto di pensare a come nel ciclismo si possa impazzire per il risparmio di 1 o 2 watt, mentre nello sci alpino empirismo e luoghi comuni dominano la scena. E dunque ecco l’esperimento trash, per capire fino a dove un ciclista amatoriale qualunque si può spingere. I nostri amici di Bergamo potrebbero dire “nel cassonetto dell’umido!”, ma forse ci spingeremo solamente qualche centimetro verso il futuro.
GOAL: Cronometro Amatoriale di Varese, 1 Ottobre. La crono individuale del weekend delle Tre Valli Varesine, 22,2km di lunghezza con 220 metri di dislivello. Le sensazioni saranno peggiori del Duathlon di Barzanò di Febbraio. Analizzeremo più avanti il percorso, lo proveremo il più possibile, lo guarderemo per ore ed ore la notte su Google Maps.
CONDIZIONE FISICA DI PARTENZA: parto con circa 5000km nelle gambe, e un peso di 82.5 kg. Non male potreste dire, ma vi assicuro che le kcal assunte hanno praticamente azzerato i miglioramenti. La massa grassa è molto elevata, anche se non affidabile la bilancia dichiara circa 21% di grasso. E’ tempo di buttare giù. Non daremo importanza al peso effettivo, ma sarà fondamentale perdere ogni millimetro di grasso possibile per guadagnare mobilità e stabilità. In ogni caso non dirò no ad una Calanda Radler o ad un hamburger. Non è una maratona a piedi, è una cronometro per Vitelli. Diminuirò sicuramente i gelati purtroppo. In questo esperimento non parleremo di alimentazione alternativa come nell’esperimento precedente, altrimenti la Dott.ssa Casiraghi non ci rivolgerà più parola.
BICI: userò una Scott Plasma 5 rim, apparteneva a Chaves, con un manubrio Profile Design e gruppo Shimano Di2. In allenamento ruote cheap a basso profilo, mentre da fine Agosto si userà principalmente il setup da gara: set Fulcrum Speed, anteriore da 80mm e “lenticchia” posteriore. La navicella spaziale sarà pronta per partire. Penseremo poi a tubolari e pressioni da tenere, ma ci affideremo ad Oliver il Pazzo per una consulenza. La prima volta che sali su una bici da crono non sai neanche come pedalare. La seconda volta ti chiedi perché non hai pensato a prenderla prima. Ah, al momento c’è montato solo il 53. Bisognerà arrivare almeno al 55 dato che nella cronometro ci saranno trattati molto veloci, ma avremo modo di approfondire tutto ciò più avanti.
POSIZIONE: il primo giorno di esperimento è iniziato nell’unico posto in cui poteva iniziare, 4Perfomance da Licio e Camillo, il luogo dove vado a posizionarmi dal 2018 ormai. Abbiamo alzato la posizione di base aggiungendo spacer sotto ai pad, avvicinato le prolunghe ruotandole leggermente verso l’interno e ovviamente abbiamo cercato prima di tutto la posizione ideale per spingere al meglio. E’ una pedalata completamente diversa rispetto a quella su bici da strada e avere il loro supporto è fondamentale. Licio mi da subito qualche dritta Aero: “Tieni le mani così”. Non bisogna impugnare singolarmente le prolunghe, ma bisogna tenere una sorta di posizione preghiera. Il Paradiso è sempre più vicino. Qui sotto c’è un fermo immagine, sarebbe ottimo già tenere questa posizione della testa, ovviamente varierà leggermente con il casco e il campo visivo che si vuole tenere. In strada ho già provato: a Varese conoscerò il percorso al millimetro, mi potrebbe bastare un campo visivo frontale di 5-10 metri. Dopo sole due uscite in bici da crono scopri che la posizione è una sorta di attività spirituale che si fonde con l’aria che incontri e la velocità che produci: è un’arte.
TECNOLOGIA: abbiamo già contattato una galleria del vento, non per testare la posizione ma per analizzare i vari body test che stiamo producendo. Nel mentre ci affideremo allo strumento NOTIO, un aerometro che testeremo nel velodromo di Costamasnaga. Dedicheremo gran parte dell’esperimento a questi test. Test, test, test. La vita è un test. Cercheremo più risposte scientifiche possibili.
BODY: il bodismo sarà parte fondamentale in questo viaggio aerodinamico. Abbiamo già prodotto 4 versioni diverse per tessuti e modello, abbiamo in previsione di produrne altre 4 a fine mese per cercare di tirare fuori il meglio dal nostro piccolissimo reparto di R&D. No pieghe, no turismo. Non siamo partiti bene comunque, guardando le foto da 4Performance noto subito un’apertura sulla parte posteriore del collo. Partiamo male, bisogna limare, stringere. Anche le maniche per le mie braccia sono troppo lunghe, verranno accorciate brutalmente per il mio body Varese.
ATTREZZATURA: il casco sarà quello di Dio, il Lazer Volante da crono. Nuova calza aero appena sviluppata e probabile nuovo copriscarpe aero Swatt Club.
ALLENAMENTO: lo considereremo un marginal gain in questo esperimento. Non ci sarà preparatore, si andrà solo a sensazione, ogni tanto si prenderà qualche lavoro per le crono di qualche Pro. L’obiettivo è quello di riprendere almeno 20 watt in soglia persi negli anni fra donuts, nutella e cuccioli. Il vero allenamento che non potrà essere dimenticato però sarà quello in palestra. Pesismo e core stability, pilastro fondamentale per la posizione. Due sessioni di pesi e almeno 5 di core a settimana.
Sui 30′ al momento dovrei mantenere una NP fra 314 e 319 watt circa (3,8-3,9 w/kg).
Ovviamente bisognerà trasportare tutto anche sulla bici da crono.
PS: David Millar dice che nelle crono non bisogna pensare a “quanti watt bisogna fare”, ma a “quanto veloci bisogna essere”. Watt non è sempre sinonimo di velocità.
BIKEPORN: e dobbiamo anche spiegarvelo? E’ logico che abbiamo preparato un set apposta per la cronometro del 1 Ottobre. Perché alla fine è questo il fulcro del progetto: fare bikeporn. Preparare “appuntamenti” in modo spirituale è ciò che regala adrenalina. 55 giorni di intensità elevata per 30′ e poco più di gara. E lo si farà con un body degno.
C’è tanto da analizzare, forse c’è anche bisogno di allenarsi. Iniziamo questo esperimento non sapendo da che parte girarci e forse lo finiremo ancor più spaesati. Andare forte andando piano, forse si può.
Ecco i canali dove potete monitorare l’andamento dell’esperimento:
STRAVA: https://www.strava.com/athletes/1754329
INSTAGRAM SWATT: https://www.instagram.com/solowattaggio/
INSTAGRA Pres: https://www.instagram.com/carloberry/