Una giornata pazzesca a Rio. Umidità alle stelle, corridori tirati ad hoc e alcuni brasiliani impazziti sulle strade, pronti per ammirare i migliori interpreti del ciclismo su strada. Già dai primi chilometri si è capito quanto difficile fosse questo percorso: molti sali e scendi, strappi da manicomio, salite difficili e anche qualche tratto in pavé, che ha fatto saltare in aria borracce e i tanti inesperti come turchi, messicani e iraniani.
L’Italia ha corso da squadra vera, ha usato la creatività, ha sorpreso gli avversari e soprattutto ha osato. E’ stata vera Italia, è stata emozione e istinto; Vincenzo Nibali ha fatto una gara spaziale, ha corso da fenomeno e da uomo del popolo, sempre davanti e sempre all’attacco, ma purtroppo la fortuna ha voltato le spalle allo “Squalo dello Stretto”, o forse il manto stradale brasiliano si è rivelato troppo liscio e infimo per le doti sopraffine di Vincenzo. L’immagine della caduta ha fermato il battito cardiaco di tutti gli Italiani davanti alla tv. Fabio Aru è diventato grande, aiutando il suo capitano e non mollando mai le ruote dei migliori. Un sesto posto che vale molto per il “Cavaliere dei quattro mori”. Una medaglia avrebbe ripagato il lavoro preciso di Cassani e la fatica di tutti gli altri azzurri, ma in ogni caso noi ci ricorderemo di questa giornata perché ci siamo emozionati e abbiamo avuto la pelle d’oca per almeno due ore.
Alla fine è saltato fuori il cuore fiammingo di Greg Van Avermaet, all’attacco già a 50km dal traguardo in un percorso tutt’altro che favorevole. Ha stretto i denti, ha usato l’intelligenza e negli ultimi 10km ha sfruttato le sue capacità da corridore del Nord lasciando la compagnia insieme ad un grande Jakob Fuglsang, rivelazione odierna nonché meglio vestito di tutta l’Olimpiade. Greg
Alaphilippe ha mostrato a tutto il mondo che talento è, Majka ha usato la furbizia, Purito ha provato a ribaltare la situazione senza successo, Thomas ha fatto tutto alla grande salvo poi cadere, Zeits ha corso la gara della vita, Kwiato invece ha fatto saltare tutti sul divano, mentre Froome è crollato. Le corse di un giorno non fanno per lui.
Oggi ha regnato il chaos nel gruppo, un gran bel chaos. Ci ricorderemo per sempre di questa corsa da infarto, di questa città così distante dal ciclismo, con cartelli di segnalazione, reti di sicurezza e strade che sembravano uscite direttamente dal paleolitico. Questo è il ciclismo che ci fa venir voglia di produrre watt.
@carloberry