Hahnenkammrennen 2025: Il racconto della nostra settimana a Kitz

Anche quest’edizione dell’Hahnenkammrennen è volata via con lo slalom sul Ganslern che ha fatto risorgere un atleta su tutti: Alex Vinatzer. Vorremmo che la Kitzwoche non finisse mai, è incredibile come un luogo mitologico possa portare lo sci in pochi giorni a diventare lo Sport più importante al mondo quando nel resto dell’anno occupa le ultime pagine dei giornali. Il nostro viaggio è iniziato all’alba di giovedì, Kaiser, il Lupo e Baru diretti verso i Tauri sotto una leggera nevicata e tanta speranza nel Trattore Mattia Casse. L’arrivo a Kitz è stato subito impattante, tantissimo movimento, parcheggi pieni, locali e hotel invasi, eventi più o meno grandi in ogni angolo. Prima tappa della settimana il Gran Tirolia, dove durante la notte era andata in scena la Kitz Legends Night.

Un’opera con Dominik Paris esposta al Gran Tirolia

Opere d’arte esposte, salotti e tanto hype in vista del superg. Alle 19.00 ci siamo diretti allo Stanglwirt dove all’ordine del giorno c’era una conferenza sul clima tenuta da Arnold Schwarzeneger. Ipocrisia o follia? Dopo aver cenato con una Wienerschnitzel ed una Frittatensuppe ci siamo lanciati nella hall dello Stanglwirt al piano bar, trovando a sorpresa Claudia Morandini. Anche Andy Scheck presente con Thomas Rohregger ed i capi della Lidl Trek, oltre chiaramente alla solita massa di pavoni Bavaresi, più o meno conosciuti.

Claudia Morandini allo Stanglwirt

Andy Schleck, nostro eroe d’infanzia

Arnold Schwarzenegger durante la cena di Gala allo Stanglwirt

Venerdì la sveglia è puntata a ore sei, c’è il Superg. Bisogna arrivare presto per vedere le facce degli atleti, la loro energia e i loro dubbi. Vediamo Domme che scalcia sugli attacchi per pulire lo scarpone e il lupo si gasa: ” mi ricorda un cavallo che scalcia con lo zoccolo sul terreno con la testa bassa” . Rogentin è molto sorridente, anche Von Allmen, Odi tanto concentrato. Il Trattore sembra nervoso, non è di molte parole. Inner invece si ferma a parlare: ” mi sento bene, so che posso farlo, ma devo farlo in quei due minuti”. È convinto e allo stesso tempo realista delle sue possibilità.

Inner prima del riscaldamento

La partenza è invasa dal pubblico, fa caldo ed il primo a partire è Feurstein. La pista così tecnica ed il terreno fanno vittime illustri, Domme interna subito e Pinturault purtroppo viene portato via in elicottero. Gli svizzeri si confermano i più forti, Von Allmen è solidissimo, Rogentin un maestro. Odermatt fa un altro sport ritorna alla vittoria. In casa Austria provano a fare il miracolo con Kriechmaier. Dopo il riscaldamento però la decisione di non correre. Troppo forte il dolore dopo la caduta di Wengen. “Per Kitz si prova tutto”. Questo il pensiero generale che circolava all’alba tra gli addetti ai lavori. Ci pensa però Raphael Haaser a metterci una pezza chiudendo secondo a pochi centesimi da Odermatt. Franzoni fa vedere tutta la sua classe, parte e scia per fare podio, sbaglia però prima dell’Hausberg mandano in frantumi i sogni di gloria. Alla fine sarà decimo, due centesimi davanti ad Innerhofer.

Odermatt all’alba del superg

Tutta la gioia di Gio dopo la gara

Sabato, il giorno dei giorni. Bisogna arrivare presto all’Hahnenkammbahn altrimenti non ci sarà nemmeno un angolo per parcheggiare. In pista troviamo subito Domme che testa gli scarponi. È seguito come un’ombra da Ghido e Asso. ” Non se posso, devo” Così il tre volte vincitore sulla Streif in uno scambio di pareri sull’uscita curva, non esistono i “se” la Streif non ammette indecisioni. Vediamo Inner nel frattempo fare esercizi in campo libero, la cosa fa gasare il Lupo dopo aver avuto dei picchi di depressione vedendo i 2004 già in Coppa del Mondo. Nel frattempo alla partenza arriva una massa incontenibile di gente. Troviamo a sorpresa Primoz Roglic con la moglie Lora, Ibrahimovic, vari attori di film che in Baviera ogni pomeriggio fanno l’80% di share ed alcuni spettatori impazziscono al loro incontro.

Rogla Legenda

Gli atleti iniziano ad entrare nell’hospitality, nelle altre tappe è un gazebo riscaldato o un angolo di rifugio dedicato, a Kitz è un vero centro d’allenamento costruito appositamente per fare stare al meglio gli atleti. Monney sale in ovetto con Baru, scarta un pacchetto di Haribo, chiude gli occhi e inizia a mimare la Streif, ad immaginarsi a 140 km orari padrone dei suoi sci nei passaggi cruciali: Mausefalle, Steilhang, Seidlalm, Larchenschuss, Hausberg, Traverse, arrivo. Paris è assalito dai tifosi, è il più vincente in attività da queste parti e per tutti è una divinità, dai ragazzini ai più grandi. Scendiamo a piedi alla Mausefalle, la gara la guardiamo da lì.

Casse alla partenza

Crawford durante il riscaldamento. Un’ora dopo vincerà la sua prima discesa in Coppa del Mondo. Proprio sulla Streif

Monney prima di entrare nella Start Area

Odi, sarà una giornata deludente per lui

Al numero quaranta risaliamo a piedi. Vogliamo andare all’arrivo per Molteni, Franzoni, Alliod e Franzoso. Nonostante non condividiamo alcune convocazioni, siamo sempre accanto ad un atleta che si mette il numero addosso e apre il cancelletto. Franzi è autore di una grande prova e all’arrivo è felicissimo. Pranziamo al Kaiserhof, l’hotel dove alloggiano gli Azzurri. Gio è contento delle sue prove sulla Streif, della sua prima volta. È super gasato e allo stesso tempo concentrato mentre ci racconta i suoi programmi . Nel frattempo inizia il fuggi fuggi, un classico italiano già dalle categorie inferiori: neanche tagliato il traguardo bisogna già accendere il pulmino e ritornare a casa. Inner viene a salutarci ed è una radio incontenibile: ” ma che fretta c’è di andare a casa, siamo alla Montecarlo dello sci e vogliamo già andarcene? È questa la vita. Quando mi alzo al mattino e sento ancora la voglia di allenarmi e gareggiare come un ragazzino mi sento vivo. Hirscher è il mio idolo, ha una motivazione incredibile, non si accontenta mai. Penso di essere una figura positiva per i miei sponsor al di fuori dei risultati, per il mio personaggio”. Poi un’analisi lucida sulla sua gara. “se guardiamo i numeri alti, solo due atleti da dietro si sono qualificati, essendo gli intervalli di partenza più lunghi rispetto alle prove, la pista cambia troppo.”

Con Inner dopo la gara

Alle 18.00 è già ora di dirigersi al Londoner, ci aspettano due ore di coda per entrare. Dentro è la solita grande festa, forse un pò più spenta rispetto allo scorso anno. Si sente la mancanza del carisma di Odermatt e Sarrazin. Gli atleti iniziano ad entrare, c’è Baillet per la Francia, mentre Clarey versa in bocca il whisky al Lupo, arriva anche Nella Knauss. Arrivano gli svizzeri capitanati da Murisier. Monney è portato in trionfo dopo una bella rasata ai capelli. Nel frattempo sale l’attesa per i canadesi. Entra Jeffrey Read ed è felicissimo, sembra un ragazzino al lunapark. Poi Alexander Cameron. Inizia la doccia, vola in aria di tutto. Dal microfono arriva il grande annuncio: sta per entrare James Krawford, il Re della Streif 2025. Ride ad occhi chiusi, è il suo momento, la sua gioia è incontenibile.

Vedremo presto il Team Londoner nello sci? Nel frattempo stanno sponsorizzando lo svedese Monsen

All’uscita dal Londoner prima della classica “cena” al Mac troviamo Inner all’ingresso: ” buona notte ragazzi”. Lo salutiamo con una pacca sulla spalla, degli azzurri solo lui e Schieder presenti a questa serata. Al Mac Sfornano pacchetti come una catena industriale, il panino arriva venti secondi dopo il pagamento.

La notte di Kitz è una follia ma da queste parti l’ordine viene ristabilito in poche ore

Domenica, il Ganslern, fine della settimana Santa e sale un pizzico di malinconia sapendo che tutto sta per finire. Il Ganslern è lucido come come una pellicola di domopak, talmente luccicante da sembrare finto. Kristoffersen sta già girando nel riscaldamento, sempre seguito dagli uomini Vandeer. Arrivano Meillard e Aerni. Nel frattempo capiamo che Monney dopo la festa al Londoner è già sveglio, ci commenta la storia su Instagram del video di Loic con un ” el maestro”. Per gli svizzeri Loic è lo sciatore da mostrare per ore ai propri figli. Dal clan rossocrociato ci raccontano della delusione di Odermatt per aver mancato la doppietta, per lui è come aver gettato al vento la stagione. Vinatzer scia bene, il riscaldamento non è certo il Ganslern ma la sua sciata è precisa, come lo è quella di Atle. Pinheiro sembra sempre in totale controllo, come farà poi in gara. Gli austriaci non ci sono, sono a fare slalom ad Oberndorf, un terreno simile al Ganslern. Alla fine del riscaldamento si vedono arrivare le nuvole dalla Baviera, sembra impossibile ma nel giro di pochi minuti inizia a piovere in maniera torrenziale.

Noel durante il riscaldamento

Ci mettiamo sotto ad un albero davanti al primo intermedio mentre i primi atleti disegnano traiettorie con una finezza impeccabile. Il suono dei loro sci che taglia il ghiaccio in ingresso curva è musica per le nostre orecchie, quello palo che sbatte sul terreno è libidine pura da farci chiudere gli occhi. Pinheiro alla partenza. Se dovessimo scegliere a chi far battere un rigore al novantesimo sceglieremo sempre lui

Dopo la prima manche corriamo al Kaiserhof, il Lupo salta di testa quando riceve il suo piatto di spaghetti e deve chiedere il parmigiano. Non sopporta proprio queste usanze austriache di non metterlo subito in tavola. Riesco a dire che Vinatzer sulla pista di Bormio può anche vincere le Olimpiadi; mi danno dello scemo. C’è una corrente di pensiero per cui sia uno sciatore con un potenziale enorme senza una testa alla pari.

Caterina Sosio, fisioterapista della ritrovata squadra svedese. Oltre a Jakobsen e Swartz da dietro stanno arrivando prepotentemente Wisstig ed Hansson

È tempo di seconda manche, saliamo in seggiovia e Muffat apre le danze con una bella manche. Sale l’attesa per Vinni mentre la pista con concede errori a nessuno. Alex parte senza freni, libero mentalmente anche se uno sciatore normale con quel numero penserebbe solo ad arrivare. Quando mi passa davanti caccio un urlo che si sente in diretta, l’uomo alla telecamera di ORF si gira e mi dice che è primo. Pazzesco, risorgere quando non ci credeva più nessuno. Un concetto che molte volte ci ha ripetuto Chicco Pellegrino: il campione, tutti i campioni hanno un gorilla dentro. Una fiamma che li spinge in cose che ai molti possono sembrare sbagliate, folli, perfino stupide. E la lezione di Alex è stata questa, la stessa di Giacomel pochi giorni fa: essere folli da credere nelle cose impossibili. Credere nel proprio team, nel processo, credere che una dieta giusta sia più importante di un esterno. È per queste cose che continuiamo a vivere lo sport a questa intensità, nutrirci di questi momenti. Non sono le vittorie, ma le storie di questi ragazzi, veri motivatori ed esempi di vita per la gente di qualsiasi età. Non è il secondo posto finale ciò che conta e che ci farà ricordare questa edizione, sono il percorso ed il come è arrivato questo risultato la vera storia che ci portiamo via da Kitz.

Alzalo in alto, è tutto tuo e del Team

Grazie Kitz, un film eterno che non smetterà mai di scorrere. La gara dell’anno, il motivo per cui i nostri genitori ci hanno mandati a sciare. La ragione per cui un giorno farete altrettanto con i vostri sostenendo costi folli. L’evento impossibile, il tempio dei titani dello sci, la pista più ambita del pianeta. Ci vediamo l’anno prossimo.

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