Una giornata memorabile di cui lo sci alpino aveva bisogno. Da tanto, anzi troppo.

L’uscita di scena del numero uno al mondo Odermatt e il podio finale oggi sono passati in secondo piano, grazie alla boccata d’aria e di interesse che gli atleti più importanti degli ultimi 10 anni in questo sport sono riusciti a dare già durante l’opening.

Un boom mediatico, quello derivante dai ritorni nel massimo circuito di Marcel Hirscher e Lucas Braathen, che hanno riportato interesse verso quello che può essere considerato il più influente degli sport invernali, con tutte le polemiche e le attese che hanno aiutato ad alimentare nuovamente un ambiente che negli ultimi anni ha faticato ad uscire dai propri standard.

Sì, perchè le regole poco chiare sulla Wild Card di cui si è tanto parlato negli ultimi tempi, le lamentele dei vari atleti per questa nuova regola e il maggior beneficiario che non ha sciolto le riserve fino all’ultimo sulla sua partecipazione, hanno contribuito ad alimentare quella suspense che raramente si è percepita nell’ambiente nelle ultime stagioni.

Ed ancora una volta il più forte sciatore di tutti i tempi ha dimostrato il suo eterno valore, mettendo in gioco la credibilità di se stesso in primis e in secondo piano anche del marchio di sci che ha creato. Poichè si sa, la memoria a breve termine della società rischia di prevalere sul tuo passato, anche se in bacheca collezioni 8 coppe del mondo.

Eppure Marcel ci ha messo la faccia, con un atteggiamento che trasudava intensità sin da quando l’abbiamo visto in ricognizione. Ghiaccio spray sugli scarponi in partenza che diventerà la moda del 2024, doppio appoggio alla Herminator dei primi anni 2000 e il terzo tempo della seconda manche che speriamo possa essere solo il preludio ad un ritorno ai vertici.

E cosa dire poi di Pinheiro, presentatosi al cancelletto di partenza con una tutina sponsor-free e un carisma da far tremare non solo i grandi dello sci alpino, ma anche i top player degli altri sport. Dopo le bandiere austriache oggi a sventolare sono state quelle brasiliane, evento più unico che raro in Tirolo, con una prestazione di Lucas che si è purtroppo fermata ai piedi del podio nonostante il pettorale 41. La sensazione è che abbia ancora tanto margine nonostante la rapidità nel cambio degli spigoli sia rimasta quella di due stagioni fa, già a Beaver Creek con un numero di partenza migliore potrà tornare sul podio.

Facendo poi menzione ai risultati della gara, incredibile pure il podio tutto norvegese, capitanato dall’atleta più solido di giornata, quell’Alexander Steen Olsen che è riuscito a mettere tutti in riga nonostante un errore clamoroso la prima manche, seguito a ruota dall’ormai veterano Henrik Kristoffersen, che ci ha gasati si per la sciata, ma anche per il gesto di gufata a Braathen e Atle Lie McGrath, che ha soffiato il podio di pochi centesimi al fratello brasiliano.

E Odermatt? Beh, ha fatto una riga fin dove è uscito, risultando davanti di 7 decimi al secondo intermedio e dimostrando come senza errori è ancora lui l’uomo da battere. Eppure, viste le incertezze di Aspen e Saalbach dello scorso fine stagione e quello commesso oggi, che possa lasciare qualche spiraglio agli avversari? Difficile ma non impossibile.

Menzione d’onore poi ai piazzati Alex Vinatzer, quinto grazie ad una seconda manche super dove finalmente ha sfruttato gli appoggi e a Raphael Haaser, alla prima qualifica sul Rettenbach e che sarebbe stato da podio senza le due incertezze di interpretazione del lancio sul piano.

Fatto anche il breve resoconto, ci auguriamo che lo stesso Hirscher voli immediatamente a Kaabdalis per prendere confidenza con i terreni scandinavi, per poter essere al cancelletto performante anche in Lapponia, dove pure Braathen sarà pronto a dare battaglia per tornare sul trono della sua disciplina.

Danke Marcel, Obrigado Pinheiro per oggi, ci vediamo a Levi.

Michele Garbin

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