Eccoci finalmente. Dopo aver passato un’estate lontani dal mondo dello sci, estasiati dalle gesta di Rogla Legenda ed Egan Bernal, è arrivato di nuovo il momento di gettarci nello skiporn, in quella nuova aura di incertezza che ci ha lasciato il ritiro di Marcel Hirscher. E Soelden quest’anno è stato così, è stato incertezza. Sapevamo chi fossero realmente i favoriti per il prologo della nuova stagione, come sapevamo anche che non tutti avrebbero risposto presente con un prestazione eclatante sul muro più lungo del circo bianco.
L’hanno spuntata i francesi, capitanati da quel Pinturault già vincente in passato su questa pista, che ha saputo mettere in mostra una fluidità di sciata e una sicurezza che forse mai prima d’ora aveva mostrato, relegando il suo compagno di squadra, il redivivo Mathieu Faivre al secondo posto a mezzo secondo di distacco. Terzo quello che a mio modesto parere poteva essere l’outsider di lusso numero uno alla vigilia, quello Zan Kranjec che oramai è diventato un punto fermo della disciplina, sia per linee messe in pista sia per solidità di sciata.
Buone poi le prove della squadra USA, capitanata da Tommy Ford e con Ligety in quinta posizione, mentre hanno impressionato in positvo il ritorno ai vertici di Erik Read e la crescita esponenziale del nuovo fenomeno della disciplina, quel Lucas Braathen di cui tanto abbiamo parlato già lo scorso anno. Ma bando alle ciance, andiamo ad analizzare e ad esprimere il nostro giudizio su quelli che sono stati i protagonisti del’opening.
Alexis Pinturault: vedendo i suoi video di preparazione atletica durante quest’estate ci è sembrato un Pintu molto deciso e consapevole dei suoi mezzi. Poche parole, poche proclamazioni come successo in passato, il rivale principale si è fatto da parte ed è arrivato il momento di concretizzare. Subito velocissimo sul piano iniziale, sul muro gli è bastato sciare alla sua maniera, sempre solido sui due piedi e mai in affanno di linea. Anche se è solo la prima battuta sembra aver trovato la dimensione giusta, vedremo se sarà finalmente riuscito a trovare la soluzione di continuità per centrare il grande obiettivo. Voto 10
Mathieu Faivre: lo aspettavamo dopo due stagioni di buio, e l’urlo liberatorio di fine gara ne è stata la conferma. Finalmente lo abbiamo rivisto con la sua classica continuità di sciata, con i suoi classici dosaggi di presa di spigolo che tutti gli altri possono solo sognarsi. Attenzione perchè già a Beaver con il suo piede felpato potrà di nuovo impensierire il capitano. Voto 9
Zan Kranjec: ennesima dimostrazione di forza e tecnica dello sloveno, sulle parti più difficili non ha davvero nulla da invidiare a chi oggi l’ha preceduto. Un paio di cedute di troppo gli hanno precluso la lotta per il secondo posto, ma un podio così ad inizio stagione può solo soddisfarlo. Voto 7
Tommy Ford: lo guardi in faccia in partenza e sembra quasi spaesato, poi esce dal cancelletto e ti rendi conto che è fin troppo consapevole di ciò che fa. Sembra un Ligety meno inclinato e con la base d’appoggio più larga, eppure si muove divinamente su gni terreno. Mancato il primo podio per soli 7 centesimi, ma se continuerà a sciare così ce la farà quanto prima. Voto 8
Ted Ligety: solita sciata, ma la condizione fisica è sembrata decisamente migliorata rispetto allo scorso anno. Attenzione a Beaver, riagguanterà il podio a 35 anni suonati? Voto 8
Lucas Braathen: forse nemmeno noi ce lo saremmo aspettati così avanti già all’opening. Il precursore della generazione Z è l’impersonificazione dello skiporn, come gira i piedi e dove risolve la curva lui forse nessun altro. Che spettacolo questo Pinheiroizinho, Voto 10
Luca De Aliprandini: prima manche un po’ troppo brusco, quasi a strappi, seconda invece con il giusto dosaggio di presa di spigolo è autore di una bella rimonta. L’impressione è che per il podio manchi ancora qualcosa, ma arriverà, ne siamo certi. Voto 7
Matthias Mayer: Moooothl! E se ci fosse anche lui per la lotta alla generale? Che prestazione di arroganza pura per il carinziano, se scia così sul tecnico saraanno dolori anche nelle prove veloci! Voto 8
Manuel Feller: strappa e spinge ma non ne cava un ragno dal buco. Feli è sembrata la brutta copia di quello visto in certe occasioni lo scorso anno, deve ancora trovare la maturità per portare le sezioni disumane che fa fino al traguardo. Voto 5
Henrik Kristoffersen: chi invece non si è fatto troppi problemi a dichiararsi pronto per l’opening è stato proprio l’asso norvegese, che dopo una prima manche insufficiente si è steso nella seconda arrivando dopo la musica. Negli ultimi anni è sempre sembrato un po’ imballato nelle prime battute di stagione, ma con un Pintu così è meglio che entri in forma già per Levi se vuole ambire alla generale. Voto 3