MARQUEZ, LA ROVINA DELLA MOTOGP. ECCO PERCHÉ

marquez
«Marquez è pericoloso. Ho paura quando vedo il suo nome nelle tabelle. Non mi sento sicuro quando lo vedo in pista al mio fianco». Queste le parole pronunciate da Valentino, nell’intervista a caldo al seguito della gara.
Parole dure? No. Anzi, ci è andato piano. Se il celeberrimo #sepangclash poteva essere superato (non perdonato), oggi si è riaperta sanguinosamente una ferita, a cui una garza sterilizzata non sarà in grado di rimediare.
Questo energumeno ha già dato la prova della sua piccolezza, della sua ignobile stupidità; tuttavia, detta sinceramente, non ci aspettavamo un gesto così plateale e meschino. Non possiamo che attendere provvedimenti più pesanti.
E se in Qatar avevamo elogiato i fischi, non ce ne sarà mai più bisogno, in quanto i milioni di tifosi del 46 saranno il suo incubo. Sarà fischiato da chiunque, la sua vita sarà resa impossibile da tutti noi.
A proposito, il 46…
Altra nota dolente in questa domenica di lutto è rappresentata dal pesantissimo zero che lascia il Dottore, ahinoi, in una situazione scomodissima: sarà rincorsa, da subito. Non ci voleva.
Per fortuna ci ha pensato Uccio -personaggio spesso nascosto- a tirare su il morale della marea gialla, riservando insulti (a noi sconosciuti) al “campione” 2017, e difendendo il territorio come un animale selvaggio.
Detto questo, non si è ancora parlato del quartetto di testa che fin da subito (Marquez escluso) ha proposto un ritmo notevole.
Purtroppo, non se ne parlerà.
Il fattaccio accaduto là dietro sminuisce la notizia della vittoria di Cal, quella del podio di Rins e Zarco, e quella di un mondiale sottosopra.
Sembra comunque che il livello raggiunto dai team non ufficiali con i rispettivi piloti sia un qualcosa di consistente e promettente.
Possiamo dunque iniziare a parlare di un “campionato pazzo”.
Seguono aggiornamenti.
C. Cordone

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