8 Roubaix in dieci anni. Il racconto di questa edizione

Dieci anni sono trascorsi da quando siamo saliti a Roubaix per la prima volta, saltando solamente due appuntamenti: l’edizione non disputata per il Covid nel 2020 e quella della maledetta vittoria di Hayman su Boonen che probabilmente il destino ha voluto non fossimo lì perché la delusione sarebbe stata troppo grande per rimettere piede sulle pietre negli anni successivi. Ci chiedete spesso perché proprio alla Roubaix, ma la risposta è quasi scontata: la Roubaix rappresenta Solowattaggio nella parte più profonda come nessun’altra classica monumento. È agonismo, competizione, guerra sportiva al massimo livello. Il Fiandre è l’evento per eccellenza, dove tutti i fiamminghi dimostrano al mondo intero tutta la passione per questo sport curando ogni dettaglio, dai giardini, la pulizia chirurgica dei muri, alle griglie a bordo strada. La Roubaix invece non è un evento, è competizione cruda, dove chi vince sale in paradiso e tutti gli altri arrivano talmente stremati da non trovare spazio per alcuna polemica. Solitamente non organizziamo nemmeno il viaggio, non serve segnarla sul calendario, solamente un messaggio al venerdì sera: a che ora partiamo domani? Come ogni anno c’è sempre più gente che sale con noi, in genere sono quelli a cui le dieci ore di macchina non fanno paura. È vero, fare venti d’ore totali d’auto per vedere tre secondi Van Der Poel sul Carrefour non è normale, ma sono i tre secondi più potenti dell’anno, quelli che ti motivano per tutto l’anno.

Il viaggio è iniziato come sempre da Casa Swatt a Barzanò venerdì pomeriggio. Caricate le bici, macchine fotografiche e qualche bottiglia d’acqua ci siamo diretti verso Chiasso. Sempre il solito itinerario: Svizzera, Karlsruhe, Lussemburgo, Belgio, Roubaix. Un viaggio di 900Km nel cuore della notte per arrivare all’alba sul Carrefour de l’Arbre. Ogni anno a metà viaggio ci interroghiamo se sia meglio farlo in aereo fino a Bruxelles come fatto un anno, ma poi c’è sempre di mezzo la tradizione di entrare al mattino a canna in bici nella Foresta a costringerci a salire in furgone. Nel frattempo i ragazzi di Vitellanza sono già partiti, il Ds è con loro e fa i Quiz mentre Otto è alla guida con Paxxe e Botta.

L’alba è come ogni anno fredda, tira un vento forte. Dal silenzio tombale delle cinque anche la vita dei tifosi al Carrefour inizia ad accendersi con i primi suoni di portiere, camper e ferraglie varie. Sul Camper della Vitellanza il problema di giornata sono le scorte d’acqua. Il DS lavandosi le mani ogni venti minuti sembra aver messo a repentaglio i litri d’acqua per la doccia serale. Ore 10.00, si parte come da tradizione verso la Foresta. Botta e Ottolina sono carichi, il DS nonostante non pedali più da due anni vuole entrarci a canna. Dopo un’ora mezza arriviamo a Wallers ed è già tempo d’affrontarla. Il Ds si rifiuta di fare la chicane, entra a canna come da tradizione per affrontare i due Km in apnea totale. Il Kaiser fora a metà e deve arrendersi.

Il ritorno è complicato, mentre il Ds accusa il colpo noi andiamo verso Roubaix, verso il Velodromo. La primavera è già accesa anche lassù, con alberi in fiore e tanto verde. Il DS dopo una Foresta da Pro alza bandiera bianca, ha dato tutto svuotando la tanica di glicogeno e l’unica cosa da fare è cercare su Google Maps il Mac più vicino con Paxxe a fargli da gregario.

Assieme al Pres, Otto e Botta Ritorniamo subito al Carrefour, sta per arrivare la gara delle donne ed il nostro tifo è tutto per Lotte Kopecky. La Campionessa del Mondo ha tutto sotto controllo, mentre Ilaria Sanguineti come ogni anno ci saluta mollando la presa del manubrio.

I ragazzi di Treviso capitanati da Leonardo Innocenti sono saliti in camper per assistere alla Roubaix organizzando una vera gita di una settimana tra amici: prima una visita a Verdun per vedere i campi di battaglia della Prima guerra Mondiale, poi una degustazione di Champagne alla cantina Moet. Alcuni di loro non sanno nemmeno cosa sia la Roubaix, nemmeno hanno mai sentito parlare di Van Der Poel. Quando portiamo ad avvicinarsi allo sport persone così capiamo d’aver vinto. Sappiamo che nel giro di una settimana compreranno online la maglia dell’Alpecin, quella dopo si tessereranno allo Swatt Club e l’annata seguente gireranno ad allenarsi in Body e calze aero imbevute di Tensospray per tentare di qualificarsi al Mondiale Amatori. Generalmente va in questo modo: dal non conoscere Swatt a farlo diventare una ragione di vita. Tornando ai ragazzi, sono andati a degustare lo Champagne con le calze aero ai piedi. Per andare a cena vicino a Lille hanno chiamato un Uber. Si, un Uber al Carrefour arriva a prenderli con al volante un ragazzo di colore molto infastidito. Sotto le nostre urla non si scompone, uscendo dal pavé a tre chilometri orari. Il servizio del ristorante come al solito è pessimo, i camerieri impiegano mezz’ora a scrivere ciò che vogliamo mangiare, la cucina fa altrettanto. Ormai siamo abituati, o forse siamo abituati troppo bene in Italia.

Durante la notte inizia a piovere ed il suono sul tetto del Camper è musica per le nostre orecchie. Immaginiamo già una Roubaix viscida, di quelle che ti ricordi per tutta la vita. Al mattino però il vento è forte, le pietre iniziano ad asciugarsi e l’attesa è ormai finita: è il giorno della Roubaix. Il Carrefour inizia ad essere invaso da belgi, alla fine la Roubaix è una corsa per belgi che si disputa in Francia. Arrivano i Van pieni fiamminghi, alcuni si piantano in mezzo ai campi ma sono ben attrezzati: nel baule hanno pali di legno e spessori da usare come leve per uscire dal fango. Se da noi si usano le catene invernali, in Belgio si tengono a bordo pali da usare in caso di fango.

Alle dieci inizia la competizione delle griglie. È gara anche lì, così iniziamo ad accendere il carbone. L’ingegner Spinazzi ha fatto la spesa e senza raccomandazioni ci fidiamo. È la terza volta che sale con noi, dovrebbe aver capito che la domenica della Roubaix bisogna solo caricare. La spesa non delude anche se il Pres si lamenta per la mancanza di un gelato. La carne è pronta ad essere grigliata. Nel frattempo l’intensità della festa esplode, la gente balla in strada, vengono intonati cori e canzoni incomprensibili ma ballano tutti. I generatori dei camper fanno inalzare quell’odore di benzina misto carne, Paxxe sembra godere molto, dice quella per lui è come un’aerosol.

Accendiamo Eurosport alla Tv del furgone e con il servizio pre gara il nostro corpo viene subito invaso da brividi che andranno avanti fino a sera. Prima un video delle cadute più iconiche, poi il via della gara e la telenovela Magro-Swatt. Bass è al centro dell’attenzione, nonostante si sia autoescluso come DS tutti quelli che passano vogliono una foto con lui.

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Mentre i settori di pavé vengono macinati a più di 50 chilometri orari, nel frattempo passano gli Junior. Non c’è nessun italiano al via, così siamo carichi per gli Under 23 dove c’è attesa per Igor Belletta. I primi Under passano proprio quando i Pro stanno per entrare nella Foresta. Non ci spostiamo dalla sedia nonostante stiano passando a tre metri da noi, la nuova chicane è un evento da non perdere in Tv. Appena il gruppo di VDP esce da Arenberg ci alziamo per vedere cosa sta accadendo a pochi metri da noi tra gli Under. Igor Belletta ha forato proprio a dieci metri dal nostro furgone ed è rimasto lì diversi minuti. L’avessimo visto subito gli avremmo dato una bici delle nostre per giocarsi la gara; scusaci Belle. Gli Under vanno fortissimo, hanno fisici già formati e non meravigliamoci se alcuni di loro già il prossimo anno arriveranno davanti nella vera Roubaix. Nonostante stiamo seguendo la Regina delle Classiche, chiediamo info dei nostri Pro impegnati nelle corse: Asbjorn è in Austria per la Gravel World Series, Gaffu sta dominando il Colnago Cycling Festival a 350 Watt normalizzati. Nel frattempo mancano 60Km al traguardo e VDP decide che è tardi, bisogna chiudere i conti e fare qualcosa di epico. “FOLLIA FOLLIA FOLLIA FOLLIA SI PLANA“. Anche il Magro in Tv non riesce a contenersi, alla pari del Ds che nel frattempo è andato a fare un brindisi coi suoi amici belgi vestiti con la maglia Wanty per tifare Laurence Rex. Gli elicotteri si avvicinano, sale l’intensità, siamo pronti a vedere VDP venirci addosso. Fino all’ultimo i nuovi arrivati ci chiedono in che lato della strada sia meglio stare e la risposta è sempre la stessa perché ormai sappiamo in che lato della strada preferisce stare chi è davanti da solo. In pochi secondi VDP ci passa davanti e prende la curva del Carrefour come se avesse appena attaccato. Impressionante! Dietro anche vanno fortissimo e Jasper Philipsen è a bocca chiusa mentre Kung sembra faticare a tenere alta l’andatura.

In pochi minuti finisce tutto: l’inverno trascorso a pensare a questa gara, le settimane d’attesa, la vigilia e le alte aspettative. Dall’intensità al: ” tra quanto è la prossima Roubaix?” Dopo il fine corsa è già tempo di porsi questa domanda mentre raccogliamo i sacchi d’immondizie e ci prepariamo a lasciare il Carrefour. La Roubaix 2024 è già nei libri di storia mentre planiamo in direzione Lussemburgo, circa tre ore in cui registriamo col telefono una puntata di Radio Swatt che trovate a questo link : MERCY VDP non è una puntata, è solamente la registrazione dei discorsi che avremmo fatto durante il viaggio. Ci aspettano ancora sette ore di viaggio ma la mente vola già alla prossima edizione sperando in uno scontro con Van Aert. Merci Roubaix, merci VDP ci vediamo il prossimo anno.

Solitamente ogni cosa al mondo che preveda venti ore di viaggio si è soliti dire: ” fatta una volta, mai più questa tirata”. Per la Roubaix invece si farebbe ogni Weekend ma per fortuna Dio ci ha dato una sola Roubaix all’anno per arrivare allo stato di godimento più profondo che possa provare il corpo umano. L’attesa, l’avvicinamento, il giorno dell’esplosione ormonale in tutte le sue forme.

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