Elia Viviani 2.000 anni dopo Gesù. Il re di Galilea è lui!

Prima frazione in linea di questo Giro 2018 ed è subito Bikeporn. Tappa pianeggiante, da Aifa a Tel Aviv, frazione per uomini veloci, frazione da alti wattaggi. Rohan Dennis soffia la maglia rosa a Dumoulin al traguardo volante e nel finale è volata. Solamente Tony Martin prova una fagianata negli ultimi Km, chiuso immediatamente dagli uomini di Mareczko. Proprio Kuba è il primo a lanciare la volata, ma Viviani non si fa sorprendere, è in scia e vince facile questa tappa. Seconda vittoria al Giro, un ritorno che molti attendevano. Andiamo al pagellone:

Elia Viviani: si perde tra le curve israeliane, con Sabatini davanti costretto a rallentare il lavoro. Da vero pistard però rimane lucido, rimonta posizioni senza stress e quando Marezko parte, il veronese ipoteca la vittoria. Progressione potente e seconda vittoria al Giro. La Quick Step non poteva scegliere velocista migliore per il 2018. Voto:10

Jakub Mareczko: che progressione. Guardiamolo bene, perchè questo fenomeno sta aprendo una nuova era. Posizione assurda, interamente preposta a scaricare Watt dalla testa ai piedi. Voto:9

Sam Bennet: fa il possibile, raccogliendo il massimo. Si parla tanto di questo velocista, che tuttavia non entusiasma. Voto: 7

Niccolò Bonifazio: brillante quarto in una tappa fin troppo facile per le sue caratteristiche. Può essere anche il suo Giro. Voto:7

Sacha Modolo: è l’unico a poter contare su un treno vero nel finale, capace di pilotarlo senza disunirsi nelle curve conclusive. Quando parte la volata rimane sui pedali, perdendo l’attimo giusto. Alla fine è comunque davanti, tuttavia questa diminuzione di peso sembra avergli fatto perdere brillantezza. Voto:6

Davide Ballerini: alcuni giorni fa abbiamo parlato di questo motorone con Pippo Pozzato. Grinta da vendere, potenza e fisico colossale. Determinato nell’andare in fuga, ma caro Davide, calma, il Giro è lungo. Voto:6

Martinello- Pancani: i cronisti di “mamma” Rai peccano nella cronaca. Parlando di Alfredo Martini, il loro pensiero non va a Dario Baldi, giornalista fiorentino neo laureato con una tesi proprio sul leggendario Alfredo. Spesso i due pubblicizzano pagine ridicole, senza passione per il ciclismo, dimenticandosi di personaggi come Dario. Uno che prende il Frecciarossa per andare a Milano a vedere la Red Hook, uno che ha il bikeporn nel sangue. Voto:3

 

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