A Montreal vince la Mercedes e non è una novità, come non è una novità il fatto che il Canada sia terra di conquista del Re Nero, alias Lewis Hamilton. Sale a 5 il numero di vittorie per il britannico su questa pista.
Osservazione: dopo la “porcata” di Rosberg a Barcellona, la dea bendata sembra proprio aver baciato Hamilton, e, allo stesso tempo, aver sferrato un bel calcio al pilota tedesco. Ricapitolando: a Monaco Lewis vince grazie allo strano caso delle gomme mancanti in RB; Nico, invece, deve accontentarsi di una deludente settima piazza dovuta a un problema ai freni che lo limita per tutta la corsa.
In Canada Lewis batte Nico per millesimi in qualifica e si mette (fisicamente) nella condizione di poter imporsi alla prima curva con una ruotata che non lascia scampo al tedesco, il quale vede la sua gara compromessa; dulcis in fundo, Rosberg fora rendendo il podio solo un’utopia, mentre Hamilton approfitta della (ingenua? necessaria?) strategia Ferrari, risparmiandosi uno scomodo corpo a corpo con Vettel.
Intanto, inutile nascondersi dietro un dito, la sensazione – moderata o meno – che la Ferrari abbia sciupato un’altra occasione c’è. Certo, la Mercedes è stata ancora una volta superiore in termini prestazionali, e sicuramente Vettel ha guidato al limite per tutta la gara (a testimonianza di questo ci sono i tre dritti del tedesco all’ultima chicane) tirando fuori quel qualcosa in più dalla sua vettura, ma sentire Hamilton che nel post se la ride e dice che la strategia a due soste era stata inizialmente programmata anche per lui, beh, qualche dubbio lascia.
Con Vettel davanti, non sarebbe stato meglio adottare un piano più classico e conservativo, lasciando alla Mercedes il difficile compito di “inventarsi qualcosa”? Col senno di poi, però, è sempre facile giudicare; forse in Ferrari temevano un undercut da parte di Hamilton e hanno voluto muoversi con anticipo, oppure visti i tempi disumani delle Mercedes con la soft gialla hanno provato qualcosa di alternativo. Comunque, aldilà della cocente delusione per un’altra mancata vittoria si può – finalmente – guardare al bicchiere mezzo pieno: la Rossa sembra effettivamente cresciuta in modo esponenziale, tanto da aver azzerato (se non marcato, in positivo) il gap con le Red Bull, ed essersi sorprendentemente avvicinata alle Mercedes.
Ancora su Hamilton e Vettel: Lewis sembra tornato quello dei tempi migliori, e ha il morale alle stelle; nel giro di due gare, ha praticamente annullato il divario con Rosberg in classifica (ora è a -14). Anche se… Beh, il Re Nero non ha ancora azzeccato uno start, quest’anno. Evidentemente, il nuovo sistema (meno elettronico e più manuale) di partenza l’ha mandato in crisi. A parer mio, questo è un aspetto da tenere bene in considerazione per il prosieguo del campionato, perché potrebbe pure rivelarsi decisivo. Seb, invece, è apparso rinvigorito nella guida e nello spirito; un altro, rispetto a quello triste e abbattuto visto nel Principato. Forse, si è reso conto che la Rincorsa non è irrealizzabile. Se così fosse, sarebbe un’ottima notizia per il popolo ferrarista. Curiosità: alla fine di questa gara, Vettel e Hamilton sono appaiati a 1974 punti totali realizzati in carriera.
Capitolo Kimi: gara anonima quella del finlandese. In periodi come questo, quando il suo sedile scotta e i pretendenti sono sempre più agguerriti, prestazioni così certamente non lo aiutano. Tuttavia, sembra andare verso la riconferma. Quando si rincorre e si parte da lontano, la continuità in un progetto tecnico paga sempre. Sainz e Perez, intanto, stanno alla finestra.
Ci vediamo a Baku!
Per Solowattaggio, Tommaso Govoni